Prof. Enrico Miglioli – Critico d’arte

La pittura di Massimo Riccò emerge come un’armonia leggera che si avvicina lentamente passando dalle sue sfumature, a elementi più consistenti, apparendo sempre più vicino a noi, e confondendo solo inizialmente lo spettatore. Così l’immagine, nell’immediata lettura quasi astratta, prende consistenza figurativa, amplificandosi sempre più, e dando all’immagine raffigurata, tutta la sua realtà pittorica.

Due realtà si sovrappongono senza annullarsi, fondendosi in una simbiosi grafica e cromatica. Da colori forti in primo piano, passiamo lentamente ad una realtà figurativa ben definita, anima dell’immagine e ricca di dolcezza. Soggetti sfumati, ma ben precisi, immagini apparentemente vaghe, ma costruttive, indispensabili all’equilibrio della tela.

Bellissimi scorci appaiono come da un etere ancora incerto, ma che si costruisce lentamente con forza e sicurezza.

La cromia è forte e ben distribuita. Luci e zone d’ombra costruiscono volumi e distanze, che le prospettive armonizzano. Gli edifici ripresi sono di tempi diversi e i paesaggi esprimono vaste aree. Il tutto emerge da una tenue nebbia cromatica, che costruisce un immenso respiro.

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