CARLA D’AQUINO MINEO “Oltre l’incanto nella poesia dell’immaginario nei dipinti del maestro Massimo Riccò”

Leggeri vapori colorano di nostalgiche rimembranze i paesaggi di sogno nei dipinti del maestro Massimo Riccò. La sua pittura è fatta di sfuggevoli sensazioni: lo sguardo le raccoglie, mentre la fantasia creativa le esalta in una narrazione evocativa nella poetica dell’immaginario. Ecco che allora, le immagini escono dalla fisicità dei paesaggi: le accompagna la fuga dei pensieri, dove le vedute si dissolvono in una particolare luminosità che diviene lirica lontananza con una fuga dei pensieri. Tutto pare lievitare nelle velature finissime dell’aria umida, dove la raffinata trama pittorica rivela una costruzione e decostruzione delle immagini nella coniugazione, tra fantasia del reale ed una nuova geometria, razionalità e pulsione sentimentale, in cui si svelano vedute nebbiose dai vapori dell’atmosfera con squisite morbidezze tonali, improvvise accensioni, tra i gialli dorati, i rossi fiamminghi, i preziosi valori dei verdi, i grigi perlacei e gli azzurri turchesi che rendono i paesaggi incantati in un alone di mistero e magica poesia nella sospensione nel tempo.

Ecco perché, tra natura ed immaginazione, realtà ed astrazione del reale, scorre la splendida pittura di Massimo Riccò: ora dolcemente apollinea, ora con un filo di malinconia, mentre i borghi antichi che parlano di storia e le incantate vedute veneziane appaiono in una dorata luminosità soffusa che rende le visioni trasognate.

Alla fine, sensazioni fermate nel loro momento evocativo ed attimi preziosi si fondono nel colore e nella luce in una pittura legata all’arte espressionista nel vigore emozionale, in cui fluisce il pathos nel cromatismo che progredisce verso un’immediata gestualità pittorica astratta, dove la narrazione simbolica diviene allusiva, quanto, fantastica, mentre le armonie naturali primeggiano nelle visioni, cogliendo barlumi di bellezza e di spiritualità.

Carla D’Aquino Mineo

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